A cura di: Gaia Aliberti, Giusy Esposito.
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.»
(Art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è celebrata ogni anno, dal 1950, il 10 dicembre, data in cui l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948.
La carta dei diritti fondamentali cos’è?
Questo documento si può definire un codice etico di importanza storica poiché è stato il primo documento a sancire universalmente (cioè in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all’essere umano. La Dichiarazione, disponibile in oltre 500 lingue, dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere. Inoltre, è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani venne votata dall’assemblea, durante la terza sessione avvenuta il 10 dicembre 1948 a Parigi, formata in quel momento da 58 paesi. Votarono a favore 48 membri su 58, 2 paesi non parteciparono al voto e nessun paese si dichiarò contrario.
Sicuramente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stato un grande traguardo per l’umanità tutta, soprattutto dopo i brutti scenari che hanno caratterizzato il periodo delle due Guerre Mondiali, ma va comunque sottolineato che nonostante vi sia un documento del genere ad oggi esistono ancora Paesi che non ne seguono le linee guida, come ad esempio i Paesi che posseggono ancora la pena di morte.
La pena di morte, anche nota come pena capitale, consiste nell’uccisione di un individuo ordinata da un Tribunale in seguito ad un giudizio di colpevolezza e continua ad essere uno strumento di giustizia in oltre 60 Paesi, tra i quali: Cina, Stati Uniti, Arabia Saudita, Egitto, Giappone, India, Bielorussia.
Siamo sicuri che una punizione così estrema possa educare popolazioni al giusto comportamento?
Probabilmente, per fare ciò servirebbe ben poco, come ad esempio l’attualizzare leggi e pene al contesto sociale attuale, che diano il giusto peso alle azioni degli uomini. Ad esempio, in Italia le pene massime ritenute idonee alla riabilitazione di una persona che sbaglia sono l’ergastolo e i lavori forzati.
Questa giornata è dunque importante poiché vuole ricordare a tutti noi quanto è stato duro il percorso compiuto al fine di ottenere tali diritti, pari per ogni individuo, e per ricordarci che il lavoro non è ancora ultimato.