È un film di cui Ridley Scott poteva decisamente fare a meno. C’era davvero bisogno di continuare quel meraviglioso film che era il Gladiatore?
Probabilmente no, ma se il regista avesse avuto così tanta voglia di fare andare avanti la storia avrebbe dovuto farlo almeno per bene, curando dati storici e scenografia, cosa che non è avvenuta.
Abbiamo un console di colore, Macrino, una situazione che non sarebbe mai potuta accadere nel mondo politico dell’antica Roma e fosse solo questo l’errore più eclatante e invece no: in alcune scene si vedono i senatori leggere tranquillamente dei giornali, come se la stampa non fosse stata inventata nel Quattrocento, inoltre la memoria di Massimo viene ricordata con una bellissima lapide con iscrizione in inglese, come se non fosse il latino la lingua madre di Roma, forse era la Britannia ad aver conquistato Roma, non il contrario. Inoltre in una delle battaglie all’interno del Colosseo compaiono degli animali abbastanza ambigui, un incrocio tra una scimmia e un licantropo, che sicuramente non esistono oggi e non esistevano neanche allora. Dalle testimonianze infatti sappiamo che nell’arena vi erano animali feroci come tigri o leoni, ma non di certo di questo genere. Sul colore di pelle di Macrino, inoltre, le fonti dicono che avesse un colore di pelle più scuro, ma non di certo nero.
I dialoghi sono tutti abbastanza prevedibili e privi di valenza emotiva, come lo erano invece quelli del primo film, mentre un’attrice che si è rivelata come sempre impeccabile è Connie Nielsen che ha rivestito per la seconda volta i panni di Lucilla, in un mix tra donna di potere e madre che è stato davvero ineccepibile. Anche la qualità attoriale dei due imperatori gemelli è fuori discussione, perché come tutti gli esperti ben sanno è difficile uscire fuori da se stessi fino a quel punto e come il Commodo del primo film hanno incarnato alla perfezione la follia a cui la mente umana può arrivare.
Infine, errore storico incredibile (che per fortuna i nostri doppiatori italiani hanno sanato) è che la battaglia di Salamina sarebbe avvenuta tra Persiani e Troiani, come se questi non fossero stati sconfitti molti secoli prima dagli Achei in quei famosi poemi omerici, di cui Scott forse ha perso memoria.