La notte di Sabato 13 Aprile 2024 è stata una data a suo modo storica perché per la prima volta nella storia l’Ira ha colpito direttamente Israele, con un lancio di circa 200 droni e alcuni missili, per la prima volta l’Iran non si è nascosto dietro i suoi proxys (milizie armate finanziate dall’Iran, localizzate in diverse aree del Medio-Oriente una di queste è Hamas, ma ci sono anche Hezbollah in Libano, e tra gli altri gli Houthi nello Yemen) ma per la prima volta dalla nascita dello stato d’Israele ci ha messo la faccia, attaccando frontalmente Israele, gli eterni nemici si sono scontrati dopo una lunga guerra “ombra” (nemici per vari motivi, uno fra tutti la diversa fede religiosa professata dai due popoli).
Durante la notte, l’Iron Dome e le difese aeree Israeliane con l’aiuto congiunto di una coalizione franco-anglo-americana (i cui jet militari si sono alzati in volo dalla nave militare americana Eisenhower, schierata in Medio-Oriente già molto tempo fà per dimostrare sostengo ad Israele, di solito la Eisenhower che doveva essere sostituita con una nave ben più recente partita da Norfolk in Virginia qualche giorno fa, a questo punto l’America avrà due navi militari in Medio-Oriente ) hanno operato sui cieli dell’Iraq e della Siria, ma anche della Giordania e dell’Arabia Saudita due Nazioni che hanno aperto il loro spazio aereo alle forze di difesa della coalizione che non di cui non era scontato, poiché sono dei paesi arabi quindi almeno in teoria ostili ad Israele, ma negli ultimi tempi almeno la Giordania ha normalizzato i rapporti con Israele stava per farlo anche l’Arabia Saudita se non fosse scoppiata la guerra contro Hamas. La Giordania in particolare è stata la prima ad aprire il proprio spazio aereo e ha dato sostengo nell’abbattimento dei droni e missili nonostante le minacce Iraniane di una possibile ritorsione ai danni di chi avrebbe aiutato Israele a difendersi, quindi Israele non sconta più quel storico isolamento che lamenta spesso, certamente sente stringere intorno a sé una morsa della mezza luna sciita ovvero dell’Iran e delle milizie filo-iraniane. La coalizione franco-anglo-americana insieme all’IDF (l’esercito israeliano) ha abbattuto quanti più droni e missili prima ancora che giungessero nello spazio aereo israeliano, la missione operando con successo ha difeso i civili israeliani, infatti non si sono riscontrati gravi danni (ad esclusione di una bambina gravemente ferita dai resti di un drone mentre dormiva nel letto di casa sua), alcuni missili però hanno colpito in modo non grave una base militare israeliana tra le meno importanti.
L’attacco dell’Iran avviene come risposta all’attentato compiuto da Israele il 1 Aprile Damasco, in Siria ai danni dell’Iran centrando un edificio del consolato iraniano e uccidendo diversi Pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi, un obiettivo di prim’ordine, considerato il più importante dopo la morte di Soleimani: il comandante della Forza Quds e responsabile per la Siria e il Libano era la testa di ponte tra Teheran e gli Hezbollah e, probabilmente, l’uomo che garantiva le armi iraniane al Partito di Dio.
Già in quell’occasione l’Iran aveva affermato che avrebbe risposto alla provocazione israeliana, in maniera decisa perché colpire un consolato o un’ambasciata all’estero vuol dire colpire quella Nazione. Gli alleati occidentali, tra cui l’America della Nazione guidata da Benjamin Netanyahu hanno immediatamente preso le distanze dall’azione militare Israeliana ai danni del consolato Iraniano, che ha certamente segnato un’escalation militare, rischiando di oltrepassare la linea rossa.
Dopo aver raccontato grosso modo i fatti, veniamo ora ad un’analisi di quello che è successo e di quello che potrebbe accadere nel breve futuro:
L’azione militare Iraniana non è stata una sorpresa per Israele infatti questa è stata un’offensiva “telefonata”, ovvero Israele sapeva con ampio anticipo che l’Iran avrebbe attaccato, l’Iran aveva fatto sapere all’America con la mediazione di paesi terzi tra cui la Svizzera (perché l’Iran e l’America non hanno più rapporti diplomatici da quarant’anni lo stesso vale per Israele) che avrebbe attaccato Israele, anche varie fonti d’Intelligence Americana e Israeliana avevano largamente anticipato le mosse Iraniane, l’azione militare svoltasi sabato notte all’incirca alle ore 23:00 (ora italiana) è stata come si direbbe -si direbbe in gergo- “show off” cioè un’azione più volta ad intimorire che a provocare seri danni, un’azione più scenografica che militare, tutti siamo stati impressionati dalla potenza Iraniana, ma nulla di più perché gli obiettivi dell’Iran da quando si è capito dalle traiettorie dei droni e dei missili erano obiettivi militari di bassa importanza o aree pressoché desertiche, non certo il campo militare dove sono stipate le bombe atomiche israeliane. Inoltre molti dei missili sono caduti in Siria ancor prima di giungere in Israele, -potremmo dire- un’azione ad uso e consumo della politica interna, dell’Iran facendo vedere come sia capace di rispondere alle minacce e far crescere negli iraniani un senso di orgoglio per l’appartenenza alla propria Patria infatti molti iraniani la notte stessa si sono riversati tra le strade di Teheran per festeggiare la reazione Iraniana.
Il Presidente Americano Joe Biden ha seguito lo svolgersi della vicenda dalla Situation Room della Casa Bianca, annullando in maniera insolita il suo week-end nel Delaware, una volta arrivato a Washington ha seguito per tutta la notte lo svolgersi dell’azione militare insieme ai vertici militari americani e ha immediatamente riferito a Bibi Netanyahu che l’America avrebbe certamente sostenuto e difeso Israele, ma non avrebbe sostenuto alcun tipo di azione militare ai danni dell’Iran come ritorsione a causa dell’attacco subito, consigliando a Bibi Netanyahu di prendere la vittoria e di non reagire, Biden inoltre ha detto al primo ministro israeliano che avrebbe riunito un G7 straordinario, e la presidente Meloni (essendo presidente di turno del G7) su richiesta americana ha indetto una riunione speciale del G7 domenica 14, in cui si è espressamente condannato l’attacco iraniano ai danni israeliani. Infatti il presidente americano, tra poco sarà nel vivo della campagna elettorale e auspicabilmente vuole arrivare alla campagna elettorale avendole chiuse le guerre non avendole aperte, quindi non vuole in alcun modo che si apra un secondo fronte di guerra dopo quello in Ucraina, nel quale gli Americani dovrebbero necessariamente avere un ruolo ancor più attivo rispetto a quello svolto in Ucraina, nonostante questo avvertimento non sappiamo cosa deciderà il gabinetto di guerra Israeliano che sembra intenzionato all’attacco verso l’Iran probabilmente un attacco non doloroso che possa servire a ristabilire la deterrenza Israeliana ma che eviti una guerra regionale, o peggio una guerra mondiale anche se l’unica cosa che tiene in vita il governo Netanyahu è la guerra da questo si può desumere che cercherà di prolungare la guerra il più il possibile, traendo vantaggio da essa perché una guerra è l’unica cosa che gli permette di tenere unito il paese e restare al governo per l’emergenza nonostante cali costantemente nei sondaggi e quasi quotidianamente ci sono proteste dei familiari dei 100 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas (la maggior parte ormai morti) e per i quali non si riesce a trovare alcun tipo di accordo per il rilascio.
In qualche modo l’attacco Iraniano ha ridotto quel l’isolamento internazionale che Israele sembra dover scontare dopo aver compiuto l’attacco al consolato iraniano, un attacco davvero grave che viola certamente il diritto internazionale, ma l’attacco al consolato non è l’unico motivo dell’isolamento internazionale di Israele a causare l’isolamento israeliano sono anche i numerosi delitti di guerra commessi da Israele quotidianamente ai danni della popolazione civile palestienese, soltanto dopo l’universale condanna di questo attentato e le continue richiesta americane sembra che Israele abbia deciso di ritirarsi da Gaza e almeno per il momento sospendere l’azione militare su Rafah.
Nelle ore in cui sto scrivendo quest’articolo le minacce israeliane si fanno sempre più forti e vicine, il gabinetto di guerra ha deciso di attaccare l’Iran direttamente su suolo Iraniano e i suoi proxys avverà prima il possibile ciò non sorprende perché secondo la dottrina militare israeliana bisogna rispondere a qualsiasi minaccia, anche piccola, inoltre i ministri più estremisti del governo di Netanyahu spingono affinché vi sia un’azione forte, e Netanyahu potrebbe accontentarli per evitare di far cadere il governo andando contro alle richieste degli alleati americani e occidentali che invece spingono per un raffreddamento della tensione e un abbassamento dei toni dell’escalation, consigliando soltanto risposte diplomatiche, oggi Venerdì 19 Aprile Israele ha attaccato l’Iran nei pressi di Esfahan, dove è stata colpita una base aerea militare, come ha sottolineato il segretario di stato americano l’America è stata avvisata solo poche ore prima ed completamente estranea alla vicenda, l’Iran sin da subito nelle prime ore della mattina ha detto che l’attacco era cosa di poco conto, sono stati abbattuti dei droni, in realtà l’attacco è avvenuto con dei caccia F-35 dell’esercito israliano che hanno colpito la base militare con dei missili. l’Ira ha cercato di puntare alla de-escalation minimizzando l’attacco, proprio perché sembra che neppure l’Iran abbia l’intenzione di entrare in una grande guerra regionale e che non se lo possa permettere (vista la grave inflazione presente nel paese), quindi anche questo è stato un successo Israeliano anche se non sono mancate voci negative all’interno di Israele come il ministro della difesa israeliano che ha definito l’attacco “moscio”, più che “moscio” è stato un’attacco chirurgico teso a ristabilire la deterrenza israeliana ma non fare troppi danni tali da portare ad un’allargamento del conflitto, inoltre Israele per evitare escalation non ha ancora rivendicato l’attacco di oggi. Nel frattempo nel sud del Libano gli scontri a fuoco con Hezbollah sono ripresi con rinnovato vigore, inoltre la situazione appare esplosiva anche in Cisgiordania, dove la violenza dei coloni israeliani contro i villaggi palestinesi sembra essere ormai fuori controllo, infine Israele si starebbe preparando ad attaccare Rafah negli ultimi giorni ha ordinato un’elevata quantità di tende (40mila tende) il ché lascerebbe intendere che quelle tende dovranno servire per gli sfollati da Rafah inoltre il principio guida dell’operazione è stato approvato dallo stato maggiore e dal ministro della difesa Yoav Gallant, nelle ultime ore è circolata anche la voce -poi smentita- secondo cui l’America avrebbe dato il via libera all’invasione di Rafah in cambio Israele non avrebbe dovuto rispondere, si può affermare che la smentita era corretta infatti Israele ha comunque colpito l’Iran.
Cito per ultimo molto brevemente una notizia d’intelligence americana e britannica, l’Iran è molto in avanti nel processo di arricchimento del nucleare per costruire una bomba atomica, in questi decenni si è fatto di tutto per evitare che l’Iran possa costruire una bomba atomica, ma dopo l’uscita dell’amministrazione Trump dall’accordo con l’Iran sulla non proliferazione nucleare, sembra che l’Iran abbia spinto sempre di più sul programma nucleare e sia ora in grado di costruire una bomba nucleare in soli sette giorni, nel giro di una settimana. L’Iran stesso ha minacciato Israele invitandolo a non rispondere all’attacco iraniano perché l’Iran potrebbe utilizzare armi mai usate prima d’ora. Nel frattempo Putin ha schierato in sostegno dell’Iran una nave militare supersonica in Medio-Oriente, per dare sostegno alle azione dell’Iran
Concludo con le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, alla riunione del Consiglio di Sicurezza straordinaria dell’Onu sull’attacco dell’Iran a Israele “Il Medio Oriente è sull’orlo del baratro. La popolazione si trova ad affrontare il pericolo reale di un devastante conflitto su vasta scala. Ora è il momento di allentare la tensione, della massima moderazione e di fare un passo indietro. Abbiamo la responsabilità condivisa di coinvolgere attivamente tutte le parti interessate per prevenire un’ulteriore escalation – ha aggiunto il segretario generale dell’Onu -, né la regione né il mondo possono permettersi altre guerre” Spero che le sue parole vengano ascoltate, anche se difficilmente lo saranno perché Onu come si stato dimostrato già per la guerra in Ucraina, non funziona più bene pur essendo quello il modo per dirimere le contese senza ucciderci a vicenda. Ancor meno ascoltate sono le parole dell’America tutti i viaggi in Medio-Oriente del segretario di Stato Americano Blicken per trovare una mediazione tra Hamas e Israele si sono rivelate un boco nell’acqua, un America quasi del tutto impotente incapace di controllare Israele che sembra una scheggia impazzita.
Davide Della Guardia